L’etimologia del suo nome ha diverse possibilità: secondo alcuni deriva dal latino Euphorbium, con cui si indicavano un piccolo numero di piante dal succo latteo velenoso; secondo altri deriva invece dal greco e letteralmente significa “ben nutrito”; un’ulteriore derivazione viene considerata quella in onore di Euphorbo, il medico personale del re della Mauritania, che si ritiene fosse stato il primo ad utilizzare la pianta in campo medico. Una molteplicità di derivazione, dunque, per una molteplicità di specie: si tratta infatti di uno dei generi più ampi, dal portamento colonnare, ma anche della forma prolifera, arbustivo o talvolta erbaceo, munito di foglie, completamente glabro o addirittura fortemente spinoso (caratteristica che spesso lo fa assimilare a cactacee, con cui in realtà non ha nulla in comune!). Le caratteristiche che accomunano le migliaia di specie, tuttavia, sono sicuramente gli appariscenti fiori, costituiti da un unico fiore femminile, circondato da un gruppo di fiori maschili; altro comune denominatore è senza dubbio il liquido lattiginoso interno, che fuoriesce abbondantemente quando il fusto o le foglie vengono recisi, considerato altamente irritante e velenoso. In alcune specie questo “latte” viene sfruttato per la produzione di gomma, caucciù ma anche tapioca e olio di ricino! Il suo carattere così poliedrico rende questa succulenta perenne molto apprezzata per svariati motivi, dalle forme particolari, alle foglie o spine uniche, fino alle infiorescenze vistose: non ci sarà angolo della vostra casa che non potrà essere perfettamente arredato da un’Euphorbia!