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Piante succulente

Le succulente sono piante che si sono adattate ad ambienti aridi grazie a speciali tessuti cellulari chiamati parenchimi acquiferi, capaci di accumulare grandi quantità d’acqua. Questi tessuti situati nelle foglie (Agavacee), nei fusti (Cactacee ed Euphorbiacee) o nelle radici, rendono le piante carnose e gonfie, e sono la caratteristica che associa inequivocabilmente ogni singola pianta succulenta, nonostante le varie specie possono essere estremamente diverse fra loro.

Succulenta e cactus non sono la stessa cosa

Le piante succulente sono spesse confuse con i cactus, ma questo è un errore in quanto in botanica il termine “cactus” si riferisce ad un membro della famiglia delle Cactacee, quindi nonostante un cactus sia una pianta succulenta, non tutte le succulente sono dei cactus: il termine “succulenta” indica la capacità di accumulare acqua e comprende molte famiglie oltre alle Cactacee, come ad esempio Agavacee, Aizoiacee, Apocyneacee etc…

Famiglie appartenenti alle piante succulente

Qui di seguito sono elencate le famiglie con il maggior numero di specie, e dove sono posti i parenchimi per l’accumulo di acqua:

• Agavaceae - 300 specie – Foglie
• Aizoaceae - 2000 specie – Foglie
• Apocynaceae - 500 specie – Fusto
• Asphodelaceae - 500 specie – Foglie
• Cactaceae - 1600 specie – Fusto
• Crassulaceae - 1300 specie – Foglie
• Didiereaceae - 11 specie – Fusto
• Euphorbiaceae - >1000 specie – Fusto

Piante con foglie succulente

Le piante con foglie succulente generalmente vivono in zone climatiche contraddistinte da periodi piovosi e di siccità dalla breve durata: durante il periodo umido l’acqua viene immagazzinata nelle foglie che si gonfiano e verrà poi utilizzata nei periodi aridi, dove le foglie possono anche appassire e cadere come estrema forma di difesa dalla siccità. Le foglie possono essere di forma schiacciata come nel genere Echeveria, o cilindrica come in molte specie di Sedum, o addirittura sferiche in alcuni esemplari quali Senecio rowleyanus. A volte queste piante non possiedono un fusto, come il genere Lithops che essendo originario di un clima estremamente arido cresce di poco al di sopra del terreno, lasciando parte della pianta coperta per ridurre la perdita di acqua e proteggerla dalla luce solare troppo intensa.

Piante con fusti succulenti

Come per la maggior parte delle Cactacee, le piante con fusti succulenti hanno spesso foglie caduche, molto piccole o trasformate in spine per ridurre al minimo la perdita di acqua dovuta alla traspirazione: le foglie espellono acqua da piccoli fori detti “stomi” e la loro forma schiacciata favorisce la traspirazione, è per questo che le succulente assumono forme atte a ridurre il rapporto superficie/volume. I fusti sono particolarmente sviluppati e solitamente di forma colonnare (come per il “saguaro” Carnegia gigantea) o globosa (come per gli Echinocactus as esempio), sempre di colore grigio-verde perché ricchi di clorofilla per espletare la funzione fotosintetica normalmente riservata alla foglie. Tra le succulente esistono anche le cosiddette “piante caudex”, ovvero che sono caratterizzate da un rigonfiamento basale chiamato appunto “caudex”, che serve ad immagazzinare ulteriore acqua ed è provvisto di un apparato radicale allargato che spesso spunta parzialmente dal terreno.

Piante con radici succulente

Le piante con radici succulente vivono nelle aree desertiche e possiedono un apparato radicale fibroso o tuberoso che si espande poco al di sotto della superficie del terreno, al riparo da predatori e dai forti venti che caratterizzano le zone aride. Gli steli e le foglie che spuntano dal terreno appassiscono e cadono durante la siccità, lasciando però intatte le radici che germoglieranno nuovamente all’arrivo delle piogge.

Habitat

Le succulente non vivono solo nei deserti, ma si sono adattate ad un ampia varietà di ambienti.

Pianure desertiche

Nei deserti veri e propri, come ad esempio il Sahara dove può mancare la piaggia anche per diversi anni di seguito, non esistono succulente poiché nessuna specie vegetale può vantare riserve di acqua tali da resistere così a lungo. Le piante succulente vivono in zone subdesertiche, dove la siccità può durare diversi mesi ma è intervallata da piogge che permettono alle piante di accumulare acqua, e sono ad esempio le pianure di Messico e USA dove le colonie di succulente creano vere e proprie “foreste” come succede per il saguaro (Carnegia gigantea) in Arizona. Altre zone simili sono in Cile, Perù ed alcune aree del Sud Africa.

Habitat aridi rocciosi di montagna

Molte specie si crescono in zone montuose ad elevata altitudine: durante il giorno sono esposte a intensa luce solare e forti venti, mentre di notte le temperature precipitano molto al di sotto dello zero. Queste piante si sono adattate a crescere in terreni poveri di nutrienti, incapaci di trattenere l’acqua e spesso poco profondi. Questo è il caso di molti generi di Mammillaria nelle montagne del Messico e di generi di Lobivia nelle Ande, mentre nella fascia temperata dell’emisfero boreale molti generi di Sedum e Sempervivum crescono in montagna o addirittura sui muri.

Giungle e foreste

Molte succulente crescono nelle foreste pluviali, tra le quali troviamo le epifite che crescono sfruttando i tronchi di altre piante, e per questo hanno un aspetto di rampicanti o pendule. Al contrario delle altre succulente che preferiscono un substarto minerale, le epifite preferiscono un terreno ricco di materia organica, un ambiente caldo ma umido, e sono abituate a crescere in penombra. Le specie più comoni che corrispondono a questa descrizione fanno parte dei generi Aporocactus, Rhipsalis (America centrale e meridionale), Hoya (giungle asiatiche ed australiane), Epiphyllum e Schlumbergera.

Come sopravvivere nel deserto

Le condizioni estreme in cui le succulente vivono hanno costretto le piante a sviluppare, oltre ai parenchimi acquiferi per accumulare l’acqua, diversi meccanismi per sopravvivere quali fiori molto appariscenti, la presenza di spine, speciali tipi di semi e molto altro ancora: ad esempio per evitare di essere consumate dagli animali molte piante presentano anche sostanze tossiche o irratanti (come il latte delle Euphorbiacee), oppure provano a mimetizzarsi con l’ambiente come il genere Lithops.

Fiori e semi

Nelle succulente i fiori sono grandi ed appariscenti per attirare gli impollinatori, ma hanno una vita molto breve. Molte specie hanno fioriture notturne per sfruttare la presenza di pipistrelli o farfalle, mentre altre specie (come le stapelie) emettono un odore di carne avariata per attirare gli insetti necrofili. I semi prodotti dall’impollinazione germinano molto velocemente e possono sfruttare anche periodi umidi molto brevi per generare nuove piante. Ma i semi non sono strettamente necessari per la propagazione: si può ottenere una nuova pianta dai polloni, dalle foglie, dai bulbi o per talea, e sono questi i metodi più utilizzati dai coltivatori per propagare le piante succulente.

L’adattamento alla siccità

Oltre ai parenchimi acquiferi, le piante succulente hanno sviluppato diversi metodi per resistere alla siccità: molte hanno sviluppato una superficie cerosa che impedisce la perdita di acqua, oppure posseggono una peluria che oltre a proteggere lì epidermide dalla luce del sole intrappolano anche quella poca umidità che si forma di notte. Ma forse la caratteristica più importante è il metabolismo CAM (Crassulacean Acid Metabolism): questo meccanismo di fissazione particolare del carbonio permette alle succulente di ottimizzare la fotosintesi per resistere ad ambienti ostili alla vita quali il deserto. Le altre piante lasciano aperti gli stomi, piccole strutture dalla quali assorbono anidride carbonica e rilasciano acqua, durante tutto l’arco della giornata, mentre le piante CAM possono tenere chiusi gli stomi durante le ore diurne per ridurre la perdita di umidità. Durante la notte gli stomi si aprono e la pianta accumula anidride carbonica all’interno delle proprie cellule, da utilizzare durante il giorno seguente. Questo comportamento ha basi genetiche ma è condizionato dall’ambiente, ad esempio nei rari periodi umidi nel deserto come dopo una tempesta, la pianta può “decidere” di lasciare aperti gli stomi anche durante il giorno.