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Cactus

In botanica un cactus è un membro della famiglia Cactaceae, che comprende circa 120 generi e 3000 specie.
Generalmente i cactus hanno forme, colori e fiori inusuali dovuti all’adattamento agli ambienti estremi dai quali provengono, e i quali li rendono apprezzate piante ornamentali.
All’interno della famiglia si trovano specie della dimensioni più disparate, dalla più piccola “Blossfeldia liliputiana” dal diametro massimo di 1 centimetro al più grande Pachycereus pringlei che può raggiungere un’altezza di 18-19 metri.

La parola cactus deriva dal greco “Kàktos” usata da Teofrasto in un suo libro per descrivere una pianta spinosa, anche se gli antichi greci non potevano di certo conoscere i veri cactus visto che provengono soprattutto dall’America.
Il termine cactus fu poi adottato dal celeberrimo botanico Linneo per definire un genere di piante spinose americane, anche se poi le seguenti revisioni della nomenclatura botanica hanno abolito questo uso del termine.
Attualmente la parola Cactus si usa generalmente per tutte le piante grasse, ma c’è differenza tra piante succulente e cactus: le prime sono tutte quelle piante che hanno sviluppato sistemi per accumulare acqua in ambienti aridi, mentre cactus descrive un membro della famiglia della Cactaceae.

Distribuzione

I cactus sono originari del continente americano, ma grazie agli scambi commerciali sono stati diffusi anche nel resto del mondo. In Africa possiamo trovare il genere Rhipsalis e varie specie di Opuntia crescono spontanee anche in Australia, India ed Italia. Il loro habitat è generalmente il deserto o comunque zone molto aride, pochi cactus vivono in foreste tropicali come epifite, ovvero crescendo su altre piante.

Caratteristiche principali

Le cactaceae sono piante con fusti spinosi, generalmente succulente, con o senza foglie. La forma più classica è quella cilindrica (come Espostoa, Cereus, Cleistocactus) semplice o ramificata che col passare del tempo può dare origine ad un vero e proprio albero, ad esempio il Saguaro messicano (Carnegia gigantea), probabilmente il più famoso cactus al mondo, può raggiungere i 20 metri di altezza e i suoi fiori sono il simbolo dello stato dell’Arizona. Esistono anche forme corte e globose, un adattamento ai climi aridi per il quale il rapporto superficie/volume risulta in una minore perdita di acqua per traspirazione, e Il cactus globoso più famoso è il “cuscino della suocera” (Echinocactus grusonii) detto anche “sfera dorata”.
Un’altra possibile forma è quella schiacciata tipica delle Opuntie, composte da segmenti schiacciati lateralmente detti cladodi.

Foglie

Quando presenti, le foglie sono generalmente piccole e caduche anche se esiste un’eccezione: Il genere Pereskia possiede areoli come le altre Cacataceae ma la presenza di foglie la rende un’anello di congiunzione tra i cactus e le altre piante.

Fusti

Nelle Cactacee i fusti sono in genere carnosi, di colore grigio-verde, ed hanno la funzione fotosintetica di solito riservata alle foglie. Sono contraddistinti da una costolatura che si espande o contrae come un mantice in base alla disponibilità di acqua. Sui fusti si formano le areole, caratteristica derteminante di questa famiglia che svolgono la funzione dei nodi per le altre piante, dai quali si sviluppano le spine, la peluria, i germogli e i fiori.

Spine ed altre curiosità

Le spine sono generate dalle areole e possono essere singole o in gruppo, quelle dei cactus si staccano con facilità dalla pianta al contrario di quelle delle Euphorbiacee che non possono essere rimosse senza procurare una ferita. Nel genere Opuntia oltre alle spine le areole sviluppano formazioni particolari di setole uncinate dette Glochi mentre altre Cactacee possiedono una peluria urticante.

Fiori

Nelle Cacatacee i fiori sono in genere grandi ed appariscenti, soprattutto in rispetto agli altri organi della pianta, ed esiste una notevole varietà all’interno dei vari generi e specie. Come le spine anche i fiori derivano delle areole e sono tendenzialmente ermafroditi, attaccati direttamente al fusto della pianta (senza peduncoli), e sono fiori singoli non raggruppati in infiorescenze. Il perianzio (la parte composta da calice e corolla) è generalmente a forma di imbuto o raramente a forma di campana o coppa, sempre formato da un tubo scaglioso o spinoso e numerose appendici disposte a spirale, senza distinzione tra petali e sepali. Gli impollinatori sono differenti da specie a specie, sono compresi vari tipi di insetti come api, mosche, farfalle ma anche uccelli e pipistrelli. Generalmente le Cactacee dono allogame, ovvero nonostante posseggano sia la parte maschile che femminile nello stesso fiore, la fertilizzazione può avvenire solo tra piante diverse.

Frutti

I frutti delle Cactacee sono bacche, una categoria a cui appartengono frutti carnosi.

Radici

Nei cactus le radici sono in genere estese sul piano orizzontale per raccogliere più acqua possibile, ma possono essere anche tuberose ed espandersi verticalmente nel terreno.

Adattamenti alla siccità

Un’altra peculiarità dei cactus che li rende resistenti anche a climi estremi è il loro metabolismo definito CAM (Crassulacean Acid Metabolism), nel quale un meccanismo di fissazione particolare del carbonio permette alle succulente di ottimizzare la fotosintesi per resistere ad ambienti ostili alla vita quali il deserto. Le altre piante lasciano aperti gli stomi, piccole strutture dalla quali assorbono anidride carbonica e rilasciano acqua, durante tutto l’arco della giornata, mentre le piante CAM possono tenere chiusi gli stomi durante le ore diurne per ridurre la perdita di umidità.
Durante la notte gli stomi si aprono e la pianta accumula anidride carbonica all’interno delle proprie cellule, da utilizzare durante il giorno seguente. Questo comportamento ha basi genetiche ma è condizionato dall’ambiente, ad esempio nei rari periodi umidi nel deserto come dopo una tempesta, la pianta può “decidere” di lasciare aperti gli stomi anche durante il giorno.

Possibili usi dei Cactus

Nonostante alcune piante appartenenti alla famiglia delle Cactacee includono diverse specie commestibili, come ad esempio i frutti di Opuntia (fichi d’India), l’uso più comune dei cactus e quello ornamentale:
le più usate sono Opuntia, Carnegia (saguaro), Epiphyllum (cactus orchidea), Cereus, Hylocereus (Cereus che fiorisce di notte), Mammillaria, Melocactus, Rhipsalis, Schlumbergera. Alcune piante, come Lophophora, contengono mescalina e possono essere utilizzati come allucinogeni.

Coltivazione

Suolo

I cactus preferiscono in genere un terreno leggero, ben areato e che dreni bene l’acqua, con una componente prevalentemente minerale rispetto a quella organica, a parte per i generi Hylocereus, Epiphyllum, Aporocactus, Zygocactus, Schlumbergera che essendo adattati a vivere nella foresta prefericono un terreno organico.

Innaffiatura

Il periodo di crescità dei cactus avviene durante la primavera e l’estate, ed è dove vanno annaffiate più spesso, mentre durante l’inverno bisognerebbe evitare di dare acqua per non interrompere il riposo vegetativo che può causare danni all’apparato radicale. Come regola di base non bisogna annaffiare spesso, e occore sincerarsi che tra un intervento e l’altro il terreno sia completamento asciutto.

Esposizione al sole

Le Cactacee preferiscono di solito una esposizione diretta al sole e un ambiente arido essendo originarie del deserto, ma dipende dalla specie.

Temperature

Anche la tolleranza al freddo dipende dalla specie, in generale non bisognerebbe mai esporle a temperature sotto lo zero, ma alcune specie sono in grado di resistere a -15°C.

Riproduzione

Nei cactus la riproduzione artificiale più usata è la talea, ripiantando le foglie o fusti tagliati, o i numerosi polloni che si formano alla base del fusto. La riproduzione tramite seme è ovviamente possibile anche se richiede più tempo.

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