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Parliamo del genere più diffuso e più ricco di specie all’interno della famiglia delle Cactaceae, il cui nome deriva dal greco e fu attribuito da Haworth, in riferimento ai fitti tubercoli dall’aspetto simile a mammelle femminili. Raggruppa più di 150 specie diverse, pertanto vi saranno piante morfologicamente molto varie tra loro, da corpi piccoli e perfettamente sferici, ad altri colonnari che possono raggiungere qualche decina di centimetri, da folte spine cortissime, a spine molto lunghe e decorative, da corpi solitari a corpi fortemente accestiti. Risultano tuttavia facilmente riconoscibili per alcune peculiarità predominanti: da un lato, sono tra i pochi cactus a non presentare costolature, ma ad essere completamente ricoperti solo da tubercoli disposti in una sorta di spirale; dall’altro, i loro vivaci fiori imbutiformi si riuniscono ad anello attorno all’apice del cactus, quasi ad incoronarlo con i colori e le dimensioni più varie. La Mammillaria fa parte dell’ampio gruppo di “piante del deserto”, cioè di cactus che, essendo originari di zone aride, si sono abituati meglio di altri a sopravvivere a qualunque situazione estrema, dal caldo torrido al gelo; per riuscire in questa “missione”, il suo corpo si è adattato immagazzinando acqua ed evitando di rilasciarla grazie alle foglie che si sono trasformate in spine. Qualche curiosità: il latte presente in alcune specie viene utilizzato dai popoli dei luoghi natii per curare sordità o gravi otiti! Non è un caso, dunque, che questi cactus siano così diffusi ed apprezzati dai collezionisti, per la loro resistenza, nonché per la loro estetica fortemente ornamentale e le lunghe fioriture gradevoli, simbolo di perseveranza ed amore duraturo!