Il suo nome fu scelto in onore di Andrew Carnegie, famoso filantropo statunitense. Comprende una sola specie, la Carnegia gigantea, comunemente conosciuta come “Saguaro”, che nel tempo è diventata una vera e propria pianta iconica, simbolo per antonomasia del paesaggio desertico. Si tratta di un imponente cactus colonnare, con crescita molto lenta ma che può vivere anche fino a trecento anni, arrivando ad avere un diametro di tre metri ed un’altezza fino a quindici metri! Cresce in natura in un territorio piuttosto ristretto, nelle zone aride di Sonora, ed è divenuta una pianta talmente importante per l’habitat da aver nominato il parco all’interno di questo deserto “Saguaro National Park”. Da giovane il fusto è solitario, cilindrico e con areole ben distanziate, solo dopo molti decenni le spine si infittiscono e si possono formare le famose ramificazioni con le quali è più comunemente noto, solcate da costolature profonde e spine robuste che raggiungono anche sette centimetri di lunghezza. A fine primavera, inoltre, un altro aspetto importante e degno di nota è costituito dal suo candido fiore ceroso, che sboccia di notte e raggiunge dimensioni considerevoli, rapportate a quelle esponenziali della pianta: sono talmente belli e caratteristici, da essere divenuti simbolo dell’intero Stato dell’Arizona. Da secoli, inoltre, le popolazioni locali sfruttano questa pianta, conosciuta come “cactus gigante”, per i motivi più svariati: talvolta si aprivano i fusti per cercare acqua (gli esemplari grandi sono infatti in grado di immagazzinarne fino a cinque tonnellate!), le costolature venivano usate per costruire recinti e ripari, i semi erano considerati commestibili, infine i suoi succulenti frutti rossi erano utilizzati per preparare marmellate e bevande inebrianti per le cerimonie!